L’azienda di semiconduttori ha presentato ufficialmente Armv9, annunciando una nuova era dell’architettura del processore che cerca di soddisfare la crescente domanda computazionale nei settori della sicurezza dei dati e dell’intelligenza artificiale.
Arm potrebbe non avere la stessa presenza desktop consumer di Intel o AMD, ma quando si tratta di smartphone, server e persino nuovi MacBook, l’architettura del processore dell’azienda è essenzialmente impareggiabile.
Nonostante la sua onnipresenza, tuttavia, l’architettura Arm non ha visto alcun imponente aggiornamento generazionale dalla v8, rilasciata nell’ottobre 2011.
Concentrandosi prima su quest’ultimo, il CEO di Arm Simon Segars afferma che Armv9 è la “risposta” a un futuro che sarà “definito dall’intelligenza artificiale”.
Per affrontare questa inevitabilità a testa alta, Segars afferma che la sua azienda deve
gettare le basi di capacità di “elaborazione all’avanguardia”.
Come, esattamente?
L’estensione vettoriale scalabile (SVE). Per chi non lo sapesse, SVE è la tecnologia alla base del supercomputer più veloce del mondo, Fugaku.
Arm ha collaborato con il suo creatore, Fujitsu, per sviluppare SVE2 per Armv9.
In teoria, SVE2 dovrebbe consentire l’apprendimento automatico di nuova generazione e le capacità di elaborazione del segnale digitale.
Per quanto riguarda il modo in cui la v9 affronterà la sicurezza, è sufficiente guardare alla nuova Confidential Compute Architecture (CCA) di Arm.
L’azienda descrive la funzionalità di CCA come segue:
L’elaborazione riservata protegge porzioni di codice e dati dall’accesso o dalla modifica durante l’uso, anche da software privilegiato, eseguendo il calcolo in un ambiente sicuro basato su hardware.
Attraverso il CCA e qualcosa chiamato “Reami creati dinamicamente”, Armv9 sarà in grado di proteggere i dati sensibili da occhi indiscreti mentre è attivamente in uso, “a riposo” o viene trasferito in un’altra posizione.
Ultimo, ma certamente non meno importante, Armv9 punta a enormi guadagni di prestazioni della CPU di oltre il 30 percento.
Arm si aspetta che questi miglioramenti vengano finalizzati nelle “prossime due generazioni” di CPU mobile e server.
Arm spera che tutti questi aggiornamenti generazionali mettano la sua architettura sulla buona strada per elaborare “il 100% dei dati condivisi del mondo” almeno in una certa capacità, sia che si tratti dell'”endpoint” o da qualche parte nel cloud.
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